Le Castellare

La Sibilla

La Sibilla è la montagna da cui il Parco dei Sibillini prende il nome, la più famosa e forse la più visitata per la bellezza del panorama che si gode da lassù. Con i suoi 2.173 metri non è il rilievo più alto dei Sibillini, ma senza dubbio è il luogo più carico di suggestioni, miti e leggende, da secoli legate alla figura della Sibilla, illustre profetessa che secondo la leggenda abitava la grotta posta sulla cima della montagna, cima chiamata Corona, che in epoche antiche tanti cavalieri hanno raggiunto in cerca di oracoli e profezie.

E’ possibile raggiungere la Sibilla attraverso sentieri più o meno impegnativi, quello più breve è senz’altro quello che parte dal Rifugio Sibilla (1540 m.), per complessivi 630 metri di dislivello. Il Rifugio si raggiunge in auto per una strada sterrata distante soli 2 Km dal nostro Agriturismo. Una volta parcheggiata l’auto nei pressi del Rifugio, si prende il sentiero segnato che inizia dal tornante dietro al rifugio e che risale le pendici del Monte Zampa e in meno di un’ora di cammino si raggiunge la cresta (1791 m.). Questo è il momento più emozionante, quando il panorama si apre a 360° e si possono ammirare tutte le vette dei Sibillini e la valle dell’Infernaccio. Ora si prosegue la panoramica cresta in direzione Sud-Ovest, verso la Corona che si raggiunge in circa un’ora di cammino. L’escursione è veramente suggestiva per il fantastico panorama, che spazia sulle colline ed i paesi marchigiani fino alla costa adriatica. Raggiungere la Corona è la parte più impegnativa del percorso, il salto di roccia di circa 5 metri si può salire con l’aiuto di una ferratina fissa. Poco prima di arrivare in cima, sulla sinistra, si nota un cumulo di rocce, questi sono i resti dell’ingresso crollato dell’antro della Sibilla, anche chiamato Grotta delle Fate, che secondo la leggenda era il punto d’accesso al regno sotterraneo della Sibilla.

LA LEGGENDA

A partire dai primi del 1400 la leggenda della Sibilla si diffuse enormemente in tutta Europa grazie al romanzo cavalleresco Il Guerrin Meschino di Andrea da Barberino, in cui il protagonista in cerca delle proprie origini, si reca nell’antro della Sibilla per chiedere notizie all’illustre Profetessa, vi rimane un anno resistendo con tutte le sue forze alle tentazioni ed alle insidie della maga e delle sue ancelle ammaliatrici, senza cadere nel peccato per poterne uscire e recarsi a Roma e chiedere perdono al Papa.

Nel 1420 il cavaliere francese Antoine de La Sale si reca alla grotta su ordine della duchessa Agnese di Borgogna, riportando dettagliatamente la sua esperienza nel libro Il Paradiso della Regina Sibilla, descrivendo il percorso intrapreso ed il suo ingresso nella grotta, con disegni e dettagli precisi e molto verosimili.

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