Sibilla – Il Segreto di Pietra
STUPISCE E INCANTA IL PUBBLICO LA PRESENTAZIONE “SIBILLA – IL SEGRETO DI PIETRA” CHE PONE IN RELAZIONE L’ORIGINE DELLE LEGGENDE SIBILLINE CON I TERREMOTI
Non solo una serata all’insegna delle leggende della Sibilla Appenninica e del Lago di Pilato, ma anche un evento ricchissimo di emozioni e una sorta di sorprendente rivelazione culturale per il pubblico presente.
Lo splendido agriturismo “Le Castellare” di Montemonaco, emblema di resilienza per tutto il territorio dopo una completa e sapiente ricostruzione post-terremoto, diretto con gusto ed eleganza dalla gentile Nadia Buratti, ha ospitato ieri l’evento “Sibilla – Il Segreto di Pietra”, la presentazione curata dallo scrittore ed esperto Michele Sanvico: una presentazione che oggi, dopo la recente pubblicazione degli ultimi articoli scientifici sull’origine delle leggende dei Monti Sibillini, illustra al pubblico l’innovativa, affascinante ipotesi che pone in relazione le antiche leggende sibilline con la peculiare sismicità di questa porzione della catena appenninica.
Partendo dalla figura della Sibilla e dal personaggio di Pilato, elaborazioni medievali di leggende nate altrove (la prima legata al ciclo arturiano, il secondo oggetto di attenzione narrativa sin dai primi secoli del Cristianesimo), è possibile giungere ad analizzare le tracce della presenza di un mito più antico, i cui caratteri sembrano indicare la leggendaria presenza in un ingresso oltremondano collegabile alla grotta sul Monte Sibilla e al lago glaciale del Monte Vettore: una credenza probabilmente molto antica, forse risalente all’Età del Ferro, quando le popolazioni di Sabini e Piceni, colpite dai potenti e ricorrenti terremoti tipici di queste aree, ipotizzarono di potere stabilire canali di comunicazione con le potenze ctonie che presiedevano agli spaventosi scuotimenti, forse localizzando nei due siti, così particolarmente evocativi, due santuari d’altura per il conferimento di offerte votive, una pratica tipica di queste zone in età preromana.
E tracce di questa credenza sarebbero rinvenibili anche nei molteplici riferimenti, presenti nella letteratura degli scorsi secoli, alle tempeste che si leverebbero dal lago e dalla grotta in occasione dell’effettuazione in sito di pratiche negromantiche, e che sarebbero causa di distruzione per il territorio circostante: un riferimento oscuro e apparentemente incomprensibile, ma che acquista una luce diversa e un profilo assai più netto quando si consideri che, nella cultura greca e romana (Aristotele, Lucrezio, Seneca, Plinio) l’origine dei terremoti veniva posta in relazione proprio con i venti sotterranei che si credeva circolassero nelle profonde cavità della terra, scuotendone la superficie ed erompendo talvolta nell’aria in forma di venti e tempeste.
Grande stupore, dunque, per una trattazione filologica e antropologica che illumina in modo del tutto nuovo le leggende dei Monti Sibillini: una congettura innovativa, elaborata in questi ultimi anni da Michele Sanvico, che rende disponibile, dopo così tanti secoli, una nuova visione scientifica sull’origine di leggende così affascinanti, fornendo risposte che affascinano e incantano anche l’uomo di oggi.
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